Viaggio nella campagna iblea, dove tra masserie, pascoli e terreni coltivati spicca la geometria irregolare ma perfetta, dei muretti a secco. Una ragnatela bianca che da cinque secoli è il simbolo dell’attività dell’uomo in armonia con la natura.
Le campagne dello sciclitano rientrano nella tipologia del classico panorama bucolico delle campagne ragusane che caratterizzano un po tutta la valle iblea: muri a secco, alberi secolari di carrubi e ulivi, ovini e bovini al pascolo.
Si può dire che, a tutti gli effetti, la campagna ragusana presenta caratteristiche inconfondibili. Le zone collinari degradano dolcemente verso coste basse e uniformi, attraversando campi e pascoli delimitati dalla tipica ragnatela di muri a secco. La flora, pur variando con le differenze altitudinali, è di tipo prevalentemente mediterranea: querce, platani, olivi, mandorli, carrubi, gelsi e fichi. Molto diffuso nell’allevamento di ovini e bovini il pascolo libero.
Le mandrie e i greggi condotti dai contadini, infatti, fanno da sempre parte integrante del panorama bucolico ragusano. La fauna si presenta invece molto povera, data la scarsità di mammiferi selvatici, causata nel passato da una scriteriata deforestazione. Nelle zone montuose si possono ancora trovare conigli, donnole e qualche volatile.
L’altopiano Ibleo, di solito brullo, acquista in primavera luci e colori estremamente suggestivi, che gli conferiscono una bellezza selvaggia e singolare.
Molto caratteristiche sono anche le cosiddette “cave” o, gole profonde simili a canyons, che piccoli torrenti hanno inciso nel calcare, elemento di cui il territorio ragusano è prevalentemente formato.
Il cuore dell’economia dell’area iblea è da sempre l’agricoltura, le varie generazioni di contadini hanno con sapienza sfruttato al massimo le possibilità del territorio e vicino alla zona costiera si è addirittura assistito, nel corso del tempo, ad una trasformazione da territorio incolto e paludoso a zona di grande fertilità e produttività, dedicata in gran parte alla serricoltura.
Un itinerario nella campagna ragusana non potrà mancare di una visita ad una masseria, ovvero la tipica fattoria ragusana, anticamente a conduzione familiare. Rappresenta uno degli elementi tipici del paesaggio locale, sia per il suo ruolo storico, legato al periodo del latifondismo, che come elemento significante d’architettura e trasformazione del territorio.
È il luogo in cui le tradizioni locali si tramandano alle generazioni successive ed è l’ambiente da sempre dedicato sia alla produzione agro-alimentare che alla vita domestica.
La vita all’aperto in una masseria si svolgeva nel cortile antistante, ampio e lastricato in pietra calcarea, “u bagghiu”, il baglio, racchiuso dai vari caseggiati. Quest’area era lo spazio di gioco per i bambini, ma anche il passaggio che portava alle stalle gli animali dopo il pascolo, e il luogo d’incontro delle famiglie contadine che tornavano dal lavoro dei campi.